Co-employment o lavoro collettivo nel continente americano

di Maurizio Agate* 

Il contratto di lavoro collettivo può essere definito come l’allocazione contrattuale e la condivisione delle responsabilità del datore di lavoro tra un “PEO” (“Professional Employer Organization”) e il suo cliente (Business Owner). Continua a leggere

I contratti di lavoro Ryanair

di Paolo Soro*

Abbiamo già esaminato il modus operandi della compagnia aerea irlandese Ryanair (cfr. questa Rivista Settembre/Ottobre 2017) e adesso proseguiamo con le norme previste dai contratti di lavoro per il personale di volo, onde fornire al riguardo una visione completa, e nel contempo capire meglio quanto possano incidere a livello economico globale le politiche aziendali adottate da questa compagnia, paragonate a quelle degli altri vettori del trasporto aereo (nello specifico, dell’Alitalia). Continua a leggere

Il portale Inps: la gestione artigiani e commercianti

di Monica Bernardi *

Il portale web dell’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) permette la gestione anche delle posizioni di artigiani e commercianti. L’accesso è consentito sia al titolare in possesso del proprio pin e di credenziali SPID sia al professionista che può essere dallo stesso delegato. Anche per artigiani e commercianti, come per le aziende, è consentita la delega indiretta: è il professionista che inserisce la delega e la valida non appena firmata dal titolare. Continua a leggere

Contrattazione aziendale di 2ˆ livello ed evoluzione delle relazioni industriali

di Filippo Mengucci* 

Il dibattito sull’evoluzione delle relazioni industriali, sul ruolo e sulle modalità di applicazione della contrattazione collettiva ai vari livelli è un tema affascinante per chi si occupa professionalmente della materia del lavoro, ma è anche un tema controverso, allo sviluppo del quale oltre al governo e alle parti sociali anche i commercialisti danno il loro contributo, basato sull’esperienza maturata “sul campo”. Continua a leggere

Il piano d’emergenza e di evacuazione (terza parte)

di Sergio Vianello*

Il Programma di previsione e prevenzione, rispetto all’analisi e alla definizione del rischio terroristico, è orientato alla individuazione delle principali tipologie di evento rispetto alle quali potranno essere definite le procedure di intervento, nel rispetto delle competenze specifiche. Continua a leggere

Adempimenti del datore di lavoro in caso di infortunio

di Emanuela Corbella *

Al verificarsi di un infortunio sul lavoro, come da un lato sorge il diritto per il lavoratore dipendente o assimilato alle prestazioni assicurative previste dalla legge (anche se il datore di lavoro non è in regola con il premio assicurativo), così dall’altro sorge l’obbligo per il datore di lavoro di denunciare all’Istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail) l’infortunio che sia prognosticato non guaribile in tre giorni, escluso quello dell’evento, entro 48 ore dal ricevimento del primo certificato medico. Continua a leggere

Dal Repêchage al controllo del lavoratore: tre sentenze significative

a cura di Bernardina Calafiori*

Corte d’appello di Milano – Sentenza n. 131 del 20 gennaio 2017 (pres. Togni, est. Bianchini) 

Nei licenziamenti collettivi non esiste in capo al datore di lavoro alcun obbligo legale di repêchage, e anche l’eventuale impegno assunto dallo stesso in sede di accordo sindacale, volto a favorire la ricollocazione dei lavoratori coinvolti dalla procedura, ha «natura meramente contrattuale». Una sua violazione, pertanto, non vizia la procedura di licenziamento collettivo ma potrebbe comportare solamente un risarcimento del danno in favore del dipendente.  Continua a leggere

Gli accordi collettivi in deroga alla disciplina delle collaborazioni eterorganizzate: più di una mera eccezione?

di Evangelista Basile* e Marco Azzoni ** 

È opinione generalmente condivisa quella secondo cui, con l’articolo 2 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, il legislatore ha inteso estendere la disciplina del lavoro subordinato al maggior numero possibile di rapporti di lavoro, facilitando anche sul piano probatorio chi agisca per ottenere la conversione del rapporto. Continua a leggere

Per il futuro del paese non bastano degli gravi   

di Maurizio Centra* 

Secondo l’autorevole vocabolario Treccani per anziano si intende una persona “di età avanzata, in senso assoluto o in relazione ad altri”, ma in un paese che ben conosce la quarta età definire l’anziano usando solo il parametro dell’età anagrafica rischia di essere fuorviante. È sufficiente soffermarsi sul progressivo innalzamento dell’età della pensione per rendersene conto, negli anni ’50 del XX secolo gli italiani intorno ai 60 anni erano considerati anziani e quindi prossimi al pensionamento, oggi sono iperattivi e, tra lavoro, sport, svago e impegni familiari, non sanno a chi dare i resti… Ma qualunque sia l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata anziana, senza rischiare di offenderla, l’Italia è indubbiamente un paese che sta invecchiando, in quanto ha uno dei più bassi tassi di natalità del mondo. Continua a leggere

La previdenza dei Giornalisti autonomi e dipendenti

di Anna Del Vecchio* 

La previdenza obbligatoria dei giornalisti professionisti, dei pubblicisti e dei praticanti giornalisti è affidata all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani «Giovanni Amendola» (Inpgi), che è una fondazione dotata di personalità giuridica di diritto privato incaricata di pubbliche funzioni con autonomia gestionale, organizzativa e contabile. Continua a leggere