Intervista a Lorenzo Di Pace – Presidente della Commissione “Commercialista del lavoro” del Cndcec
di Martina Riccardi* e Cristina Costantino**
In questi giorni di fine agosto chi cerca il Dott. Lorenzo Di Pace, Presidente della Commissione Commercialista del lavoro del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (Cndcec), può trovarlo più facilmente sul terrazzo di casa sua che non in ufficio. Infatti, proprio sul terrazzo domestico il Presidente ha trasferito le attrezzature necessarie alla “rifinitura” del convegno al quale sta lavorando da mesi e scrive, cancella e riscrive di tutto, sotto gli sguardi sornioni di due affascinanti felini. Quando non scrive, è possibile trovarlo al telefono con il Dott. Vito Jacono, Consigliere del Cndcec con delega alla materia del lavoro, il quale deve spesso placarne gli “slanci creativi” (… si Lorenzo l’evento è importante, ma non possiamo farlo precedere da un concerto di musica classica…), e quando non scrive né sta al telefono con il Consigliere Jacono, i suoi più stretti collaboratori sono in pericolo!
Siamo riuscite comunque nell’intento di farci dedicare il tempo necessario a questa intervista.
D) Il 15 e 16 settembre 2016 a Roma si svolgerà un convegno nazionale del Cndcec incentrato sulle tematiche del lavoro e sul ruolo di garante della legalità nei rapporti tra imprese e amministrazioni pubbliche del Commercialista del lavoro. Dall’attualità degli argomenti che saranno trattati e dall’autorevolezza dei relatori si direbbe un evento di prim’ordine. Ma dopo anni di assenza dal proscenio mediatico i Commercialisti come possono far sapere al maggior numero di persone quanto fanno quotidianamente nel variegato “mondo” del lavoro?
R) Nonostante la materia del lavoro rientri tra le specializzazioni dei Commercialisti da sempre, non c’è dubbio che nell’ultimo ventennio questa materia, che va dal diritto all’economia, non sia stata “coltivata” adeguatamente dalla categoria, sia in termini di contributi allo sviluppo scientifico, sia in termini di interlocuzione con le istituzioni competenti. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in carica dal mese di luglio 2014 ha dato un segnale di cambiamento rispetto alle policy precedenti, trattando la materia del lavoro in modo non dissimile da tutte le altre che competono ai Commercialisti ed agli Esperti Contabili, ai sensi del Decreto legislativo n. 139 del 28 giugno 2005, e, tenendo conto delle indicazioni provenienti dalla c.d. economia reale, ha promosso varie iniziative, come ad esempio i tre convegni nazionali dedicati proprio alla materia del lavoro, compreso quello del 15/16 settembre 2016 a Roma. In appena due anni di effettivo mandato, tale è infatti la durata in carica dell’attuale Consiglio Nazionale per le note vicissitudini che hanno portato al commissariamento nel 2012, il massimo Organo della categoria è riuscito a ripristinare i rapporti con gli enti pubblici competenti in materia di lavoro, come il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’Agenzia delle entrate, l’INPS e l’INAIL, a fornire pareri e contributi alle Commissioni parlamentari su provvedimenti in discussione, ad instaurare rapporti di collaborazione con prestigiose Università degli studi, a formulare interpelli ed a ”stimolare” l’attività scientifica della Commissione che ho l’onore di presiedere. Per quanto riguarda le modalità di divulgazione dell’attività dei Commercialisti in materia di lavoro credo che, in un mondo sempre più globalizzato, ciò debba avvenire in tanti modi diversi. Basti pensare all’importanza che hanno oggi i social network, che non solo consentono di raggiungere con immediatezza un elevato numero di soggetti, ma consentono di condividere in rete una moltitudine di dati ed informazioni, compreso quanto realizza la nostra Commissione, sia esso un manuale o un documento tecnico, una procedura operativa o una banca dati, un interpello o la soluzione pratica di un caso non ricorrente. Solo per fare un esempio, la Commissione Commercialista del lavoro ha prodotto, dall’inizio dell’anno in corso, dieci Memorandum (disponibili sul sito www.cndcec. it), che trattano argomenti di attualità con un taglio teorico/pratico, adatto al professionista che ha la necessità di aggiornarsi con in tempi ristretti.
D) A partire dalla riforma tributaria degli anni 1972/1973 i Commercialisti stanno contribuendo senza clamore al processo di modernizzazione della pubblica amministrazione facendosi carico di adempimenti che hanno sempre svolto enti ed uffici pubblici, come l’Agenzia delle entrate, le Camere di Commercio, gli Enti di previdenza, ecc. Considerando questo fenomeno ormai consolidato, in materia di lavoro in che modo si potrebbe intervenire per rendere queste “attività delegate” utili anche ai datori di lavoro ed ai professionisti che li assistono?
R) Negli ultimi quarant’anni molto lavoro è stato fatto per modernizzare, anche telematicamente, la pubblica amministrazione ed i professionisti hanno contribuito in modo determinante al successo delle operazioni che si sono succedute nel tempo; “costruendo” gran parte delle banche dati degli enti pubblici che hanno rapporti sistematici con cittadini ed imprese e sostenendo oneri economici, organizzativi e di risorse umane che non erano previsti né prevedibili. I Commercialisti, in particolar modo, non solo hanno contribuito forzatamente alla spending review della pubblica amministrazione, ma hanno anche subito una sorta di declassamento professionale, infatti la loro attività si è progressivamente spostata dalla consulenza professionale alla compilazione di una moltitudine di moduli, con flag e crocette, che poco ha in comune con la funzione sociale del Commercialista! Dal momento che i Commercialisti credono nel progresso scientifico e nel supporto che le nuove tecnologie possono dare a chi opera nel “mondo” del lavoro (enti pubblici e privati, imprese, lavoratori, ecc.) credo che quello di cui ha bisogno il Paese sia di “sfruttare” nel migliore dei modi le competenze di questa categoria e di coinvolgerla maggiormente e preventivamente in occasione di modifiche normative o procedurali. In concreto ed a titolo di esempio, credo che da un lato i Commercialisti dovrebbero partecipare sistematicamente ai tavoli tecnici ministeriali e/o parlamentari nei quali si esaminano i provvedimenti in itinere, cosa che in realtà negli ultimi mesi è accaduta di frequente, e dall’altro che andrebbero razionalizzati gli adempimenti tributari e previdenziali e che si creino dei protocolli e dei canali di interscambio di dati ed informazioni con gli enti pubblici competenti. Sarebbe inoltre auspicabile un contraddittorio più efficace basato sull’incontro visivo, anche attraverso gli strumenti tecnologici moderni (vedi skype), allo scopo di evitare, prevenire od annullare tempestivamente richieste infondate, addebiti errati, accertamenti illegittimi ed altri atti non corretti, che arrecano danni ai contribuenti e non contribuiscono a creare il necessario rapporto di fiducia tra cittadini ed istituzioni. In un paese dove il sistema fiscale è estremamente complesso il Commercialista ha un ruolo di primaria importanza anche nella risoluzione delle problematiche di tutti giorni, ruolo che gli è proprio in quanto garante di legalità nei rapporti tra imprese e amministrazioni pubbliche.
D) La Commissione Commercialista del lavoro del Cndcec da lei presieduta è tra le più attive del Consiglio nazionale, quale è il segreto?
R) La Commissione Commercialista del lavoro è un organo istituzionale della categoria formato – in buona parte – da professionisti che un paio di anni prima hanno costituito il Gruppo Odcec Area lavoro. Nell’ambito del Cndcec questa Commissione è tra le più attive, credo perché nessuno dei suoi componenti si è “messo sul piedistallo”, tutti hanno avuto le medesime opportunità ed hanno fornito e stanno fornendo il proprio contributo in un clima di libera e fattiva collaborazione. Bisogna riconoscere che il merito va anche all’organizzazione, che è stata realizzata sulla base delle pregresse esperienze di molti di noi nelle analoghe Commissioni locali e di chi “tiene le fila” della gestione operativa. Colgo l’occasione per ringraziare, anche in questa sede, la Collega Martina Riccardi di Biella, che svolge le funzioni di Segretario della Commissione con fermezza e savoir- faire, in pratica: un martello pneumatico con una visione organizzativa perfetta. Ma la cosa di cui vado fiero è l’entusiasmo con il quale tutti i componenti della Commissione stanno svolgendo il loro incarico, nell’interesse di una categoria che in tutta Italia conta circa 21.000 professionisti che si occupano della materia del lavoro con continuità, alcuni dei quali addirittura in modo esclusivo, su poco più di 115.000. Chi mi conosce sa che sono una persona abituata a non accontentarsi mai e che trova in ogni risultato raggiunto lo stimolo per una “nuova sfida”; in realtà non so se questo sia un pregio o un difetto, ma credo di aver in qualche modo “contaminato” i colleghi della Commissione. Anche per questo è stato agevole trovare forme di aggregazione e di condivisione dei risultati ottenuti, in quanto “risultati di tutti”. Da parte mia ho cercato di mettere in risalto le doti e le qualità di ogni componente a beneficio della collettività; questo forse è l’unico segreto!
D) Lei ricopre anche l’incarico di Presidente della Commissione Diritto del lavoro dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma, al di là della diversa “platea” di riferimento esiste un’area scientifica comune, secondo lei dovrebbe esistere un coordinamento tra la Commissione nazionale e le omologhe commissioni territoriali?
R) La Commissione romana è un esempio di efficiente ed efficace organizzazione nonché una “fucina” di idee, proposte e sperimentazioni, non per merito mio, ma per merito dei colleghi che ne fanno parte oggi e di quelli che ne hanno fatto parte in passato. Le elaborazioni scientifiche e le soluzioni organizzative della Commissione romana, assieme all’opera di alcuni dei suoi componenti, hanno fornito un valido contributo a quella nazionale.Credo sia necessario ed opportuno un coordinamento tra la Commissione nazionale e quelle territoriali. A seguito delle iniziative nazionali in materia di lavoro, ad esempio, sono state costituite delle Commissioni territoriali specializzate nella stessa materia laddove non esistevano, come pure sono stati realizzati in ambito locale diversi convegni ed altre iniziative valide ai fini della formazione professionale continua proprio con il supporto della Commissione nazionale, in taluni casi anche del Gruppo Odcec Area lavoro, ed il successo ottenuto dimostra da solo la validità di operazioni sinergiche.
D) Lei è considerato il “fondatore” del Gruppo Odcec Area lavoro, che dal 2013 opera al servizio dei Commercialisti che si occupano di diritto e pratica del lavoro, mettendo gratuitamente a loro disposizione strumenti per l’aggiornamento professionale di elevato livello qualitativo nonché un luogo virtuale di scambio di idee, dubbi e proposte. Crede che lo spirito volontaristico del Gruppo, che dal mese di aprile 2015 ha assunto la veste giuridica di Comitato scientifico, riuscirà ad attrarre sempre nuovi professionisti e creare un vero e proprio laboratorio di idee, dove le esperienze concrete possano costituire la base su cui elaborare soluzioni pronte per l’uso e proposte di modifica di norme, regolamenti o procedure di competenza di altri soggetti?
R) Il Gruppo Odcec Area lavoro, ora Comitato scientifico, ha avuto il grande pregio di far conoscere tra di loro colleghi che si occupano da sempre della materia del lavoro, ma che fino al 2013 non avevano la consapevolezza né di quanti fossero né di quanto fosse importante ed utile unire le loro forze per contribuire al progresso scientifico della materia e per sentirsi parte integrante di un processo di “emersione” professionale, che ha già dato risultati apprezzabili. Il Gruppo ha creato nuovo entusiasmo, ha prodotto e ancora produce autorevoli contributi scientifici, grazie anche alla sua rivista “Il Commerci@lista lavoro e previdenza”, gode di un canale facebook con oltre 1500 membri che si aiutano e dialogano su tematiche di spessore, ha contribuito a valorizzare la figura del Commercialista del lavoro, termine che – in realtà – è stato coniato dal Consiglio nazionale in carica, ed ha consentito alla categoria di recuperare a livello politico-istituzionale la dovuta considerazione nella materia del lavoro. Aggiungo solo che se la Commissione Commercialista del lavoro è stata in grado, subito dopo il suo insediamento, di fornire documenti tecnici contenenti osservazioni, proposte e suggerimenti per ogni audizione parlamentare su disegni di legge in materia di lavoro, alla quale è stato invitato il Cndcec, lo si deve proprio all’esperienza ed alla collaudata struttura organizzativa del Gruppo. Come ritengo che siano stati i programmi scientifici del Gruppo a convincere il Consiglio nazionale in carica a prevedere il Corso di Economia e Fiscalità del Lavoro nell’ambito delle Scuole di Alta Formazione (SAF), al termine del quale il Commercialista avrà diritto al titolo di specializzazione, a condizione che si concluda in tempi brevi l’iter legislativo di riconoscimento del percorso formativo.
D) La formazione è un obbligo degli iscritti agli Ordini professionali ed i Commercialisti in questo sono particolarmente attivi, secondo lei in materia di lavoro l’offerta formativa della sua categoria è adeguata o si potrebbe fare qualcosa di più?
R) É evidente che si può sempre fare di più! Comunque sia, le iniziative delle Scuole di Alta Formazione si stanno affiancando alla ordinaria attività di formazione professionale continua svolta in modo costante dagli Ordini territoriali a favore dei propri iscritti, in tal modo contribuiranno ad elevare la qualità e la quantità dell’offerta formativa specialistica. Credo inoltre che sia indispensabile più sinergia tra le Commissioni territoriali e le omologhe Commissioni nazionali, anche mediante strutture intermedie (inter-Commissioni), favorendo le iniziative multidisciplinari, che coinvolgano – laddove possibile – colleghi esperti di diverse materie (es. procedure concorsuali, settore no profit, valutazioni, ecc.) ed altri professionisti (es. Avvocati, Consulenti del Lavoro, Ingegneri, ecc.).
D) Lei è un fautore della certificazione dei contratti di lavoro e di appalto, introdotta nel nostro ordinamento dal decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 (c.d. Legge Biagi), allo scopo di ridurre il contenzioso in materia di qualificazione dei rapporti di lavoro. Dopo tredici anni e qualche intervento modificativo ritiene – alla luce del Jobs act – che l’utilizzo di questo strumento sia destinato ad aumentare?
R) Come sempre un buon prodotto ha necessità di essere ben reclamizzato e questo vale anche per la certificazione dei contratti di lavoro e di appalto. Nell’ambito della nostra categoria non sempre ci si è spesi tanto e bene per sensibilizzare i colleghi e le aziende su questo valido strumento che, si badi bene, tende soprattutto a tutelare la parte debole del contratto, che in genere è il lavoratore. Noi Commercialisti siamo stati disattenti nel 2003, durante la “gestazione” della Legge Biagi, ed in materia di certificazione abbiamo perso l’occasione di avere un riconoscimento analogo a quello che hanno ottenuto i Consulenti del Lavoro. In verità ora abbiamo di più, grazie all’accordo raggiunto tra il Cndcec e l’Università di Roma Tor Vergata, che consentirà ai Commercialisti di tutta Italia di utilizzare questo strumento e proporlo ai propri clienti, potendo contare su un canale “ad hoc”. Di questo argomento si parlerà diffusamente nel corso del 3° Convegno Nazionale organizzato dalla Commissione Commercialista del lavoro, il prossimo 15 settembre 2016 a Roma.
D) Sappiamo della sua passione per la musica lirica, che peraltro la vede anche Presidente di una Associazione Musicale che organizza stagioni concertistiche e produce importanti eventi. Come riesce a conciliare i suoi incarichi istituzionali e professionali con la vita privata?
R) In effetti, quest’altra attività doveva essere un hobby, una passione ed invece è diventata anch’essa un “lavoro” piuttosto impegnativo. Il segreto è avere una donna come mia moglie al mio fianco, capace di sconvolgermi positivamente la vita! Da lei ho acquisito qualità che non avevo, come il lato creativo e artistico della vita, la caparbietà e la convinzione che non bisogna mai aver timore di chiedere, perché al massimo ci si può sentir dire un semplice “no”. Per quanto possa sembrare strano, proprio questa convinzione, che in verità è la punta dell’iceberg di una filosofia di vita, mi dà la carica quotidiana e, tra l’altro, mi ha indotto ad impegnarmi nel processo di valorizzazione del ruolo del Commercialista del lavoro.
*Redattore capo de Il Commerci@lista lavoro e previdenza
**Redattore de Il Commerci@lista lavoro e previdenza
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