Il valore della legalità

di Maria Luisa De Cia* 

Quanto lavoro svolto ogni giorno per far combaciare le esigenze aziendali con le normative e gli adempimenti sempre maggiori imposti dalla pubblica amministrazione. Poi leggiamo che uno studio dell’INPS ha evidenziato che “la maggior parte delle aziende che hanno fruito, con violazione grave, dell’esonero contributivo triennale (Legge n. 190/2014) indebitamente era assistita da un professionista e che un numero ristretto di intermediari recidivi ha permesso ciò”.

Come Commercialisti questo non ci piace proprio per nulla!

Non ci piace che un “numero ristretto di intermediari recidivi” infanghi il nostro onore e la nostra rispettabilità di professionisti. Professionisti che credono nel valore della legalità e che, quotidianamente, si impegnano con competenza e spirito di sacrificio, cimentandosi con norme sovente oscure, che vengono spesso ignorate o trascurate da coloro che debbono curarne l’applicazione, generando confusione, errori, imprecisioni. Non è giusto che per pochi recidivi, per i “soliti” furbetti, una categoria professionale così importante, venga annoverata, nell’immaginario collettivo, quale “istigatrice alla illegalità”. Dobbiamo ristabilire gli equilibri, la nostra immagine all’esterno, ma dobbiamo soprattutto estirpare chi fa dell’illegalità, una professione per di più redditizia. Quante volte ci siamo sentiti dire dai nostri clienti “ma il mio vicino di capannone lo fa”. E se lo fa lui, perché il nostro cliente non dovrebbe? Questa è una ragione in più affinché chi naviga nella illegalità venga sanzionato fino alla cancellazione dall’Ordine, se recidivo. Ordine al quale, in realtà, non merita di appartenere.

Tuttavia bisogna anche considerare che se il furbetto, il recidivo deve subire le conseguenze del suo agire, non si può né si deve dimenticare che l’INPS ha analizzato i dati ben diciotto mesi dopo l’entrata in vigore della norma. È possibile che ai professionisti sia chiesto, quasi in tempo reale, di applicare norme nuove e spesso confuse mentre la pubblica amministrazione si prende un anno e mezzo di tempo per mettere a regime un sistema di verifica? È possibile che il datore di lavoro, e il di lui professionista, non abbia strumenti idonei per verificare la corretta applicazione delle norme?

Ancora oggi, l’assunzione di un lavoratore con gli incentivi (ora legge n. 208/2015) non permette una preventiva verifica, ci si deve fidare della dichiarazione del lavoratore. Quello che i professionisti, che della legalità fanno la loro professione, chiedono, è la chiarezza, la tempestività nelle verifiche, ma soprattutto il dialogo con le istituzioni. Nonostante le ripetute semplificazioni il sistema di comunicazione con le istituzioni è ancora farraginoso e, come se non bastasse, impone al professionista sempre più lavoro non retribuito né riconosciuto. Ne sono la riprova numerosi avvisi emessi dall’INPS molto spesso già definiti e, ahimè, non una ma più volte; avvisi che vengono riproposti in occasione delle successive “emissioni massive” e che richiedono una tempestiva, e ulteriore, definizione.

É indubbio che la categoria dei Commercialisti, al suo interno, dovrà colpire chi disonestamente svolge la professione, ma auspico altresì che porti avanti con determinazione un dialogo sereno con la pubblica amministrazione affinchè gli intermediari possano operare avendo risposte certe e tempestive. È esagerato auspicare che prima o poi arrivi dall’Inps, dall’Inail e dall’Agenzia Entrate il giusto riconoscimento di quello che da tanti anni i professionisti fanno silenziosamente per la digitalizzazione della pubblica amministrazione? Non è esagerato affermare che la principale spending review del comparto pubblico sia stata fin ora realizzata trasferendo ai contribuenti e, di fatto, ai professionisti che li assistono, una miriade di attività svolte in precedenza dagli enti pubblici. Credo sia assolutamente indiscutibile il ruolo dei professionisti, in particolare dei Commercialisti, che senza alcun compenso né rimborso, neanche per dotarsi delle attrezzature informatiche necessarie all’esecuzione di attività proprie della pubblica amministrazione, svolgono sempre più una funzione di supporto alla stessa, contribuendo concretamente non solo al regolare pagamento di imposte, tasse e contributi da parte dei loro assistiti ma anche alla tenuta ed all’aggiornamento di banche dati, archivi e registri pubblici, indispensabili per il regolare funzionamento del Paese. Si pensi al Registro delle Imprese, agli Albi degli Artigiani, alle liste di collocamento, all’elenco dei lavoratori in mobilità e via dicendo.

L’impegno del Comitato Scientifico Gruppo Odcec Area lavoro è anche quello di far sì che il dialogo tra la pubblica amministrazione ed i professionisti inizi subito, senza esitazioni, mettendo a disposizione la competenza e l’esperienza di migliaia di Commercialisti e, relativamente alle anomalie rilevate dall’INPS sulle pratiche di esonero contributivo triennale, offrendosi di partecipare attivamente al confronto ed alle attività di verifica.

*Presidente Comitato Scientifico “Gruppo Odcec Area lavoro”

 

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